La Tanzania sta vivendo un momento molto difficile dal punto di vista dei diritti LGBT. E’ da molto tempo che non si vedeva una tale persecuzione e violazione dei diritti umani: il Medioevo è tornato in Tanzania!
Il governatore della Tanzania, Paul Makonda, ha annunciato la creazione di una squadra di sorveglianza dedicata alla caccia agli omosessuali, specificando che si inizierà con i giornalisti. Un gesto significativo perché consentirà al despota di mettere un forte “bavaglio” alla stampa locale.
Un vero e proprio team è stato creato per scoprire chi pratica o chi ha tendenze omosessuali all’interno del Paese, il tutto partendo dai social media per rintracciare e arrestare persone in coppie dello stesso sesso.
La Tanzania ha introdotto una legge anti gay dopo l’elezione del presidente John Magufuli avvenuta nel 2015 e dall’ora molte persone gay, lesbiche e transgender sono state così costrette a nascondere la loro sessualità…. Poi un continuo crescendo
L’anno scorso, il vice ministro della salute del paese ha annunciato la sua intenzione di pubblicare un elenco di persone gay e questo processo, che sta ormai prendendo vita, si chiamerà “Dammi i loro nomi”, mentre il governatore Makonda ha affermato che si aspetta una forte critica internazionale per questa situazione, ma ha aggiunto: “Preferisco fare arrabbiare questi paesi piuttosto che far arrabbiare Dio”.
La “gestapo” della Tanzania sarà composta da 17 membri tra cui funzionari statali dell’Autorità per le comunicazioni della Tanzania, poliziotti e professionisti dei media ed inizierà ad operare da subito
E’ stato emesso anche un comunicato per avvertire le persone di eliminare qualsiasi foto nuda dai loro telefoni cellulari. Questo provvedimento ha inoltre promesso forti misure contro la pornografia.
I diritti civili e umani sono quindi stati completamente spazzati via in un paese conosciuto fino a poco tempo fa come il paradiso del safari e delle spiagge; un ennesimo tentativo per mascherare i veri problemi di un paese con forte povertà dove i provvedimenti dovrebbero concentrarsi su uno sviluppo interno piuttosto che su una persecuzione anti gay riportando la Tanzania in un periodo oscuro.
Nel frattempo anche le cliniche dell’HIV sono state costrette a chiudere dopo essere state accusate di promuovere l’omosessualità. Questo gesto non potrà che peggiorare una situazione già grave in tutta l’Africa dove HIV e AIDS registrano dati allarmanti di contagio sia tra gay che etero. La mancanza di supporto ai sieropositivi non potrà far altro che scoraggiare le persone a fare regolari test e ad intraprendere le giuste cure portando così ad un ulteriore incremento dei contagi.
La comunità internazionale farà qualcosa o assisteremo anche in questo caso ad un semplice far finta che che tutto vada bene?
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