Ungheria, attacco ai diritti LGBTQ+

Il parlamento ungherese ha votato per porre fine al riconoscimento legale delle persone trans, approvando un disegno di legge secondo cui gli attivisti per i diritti umani spingono il paese “indietro verso i secoli bui”.
La legge è un importante passo indietro sui diritti transgender e intersessuali, e ancora un’altra violazione degli obblighi ungheresi in materia di diritti internazionali.
I voti del partito Fidesz del primo ministro di destra Viktor Orbán hanno spinto la legge da 134 a 56, con quattro astensioni. È probabile che venga firmato in legge dal presidente, János Áder, stretto alleato di Orbán.
Sebbene Orbán abbia approvato un disegno di legge durante la pandemia di coronavirus per consentirgli di governare indefinitamente per decreto, il disegno di legge transgender faceva parte di un più ampio pacchetto legislativo che passava attraverso il parlamento in modo normale. È stato proposto dal vice primo ministro il 31 marzo, Giornata internazionale della visibilità del transgender, e gli emendamenti presentati dai partiti di opposizione sono stati scartati uno per uno martedì.
Questa nuova legge aggrava l’emarginazione che le persone trans in Ungheria già affrontano. Un recente sondaggio ha mostrato che il 95 percento degli intervistati in Ungheria ritiene che il governo non combatta efficacemente il pregiudizio anti-LGBT. Inoltre viola gli obblighi dell’Ungheria ai sensi della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo.
Il presidente ungherese Janos Ader ha il dovere di garantire che i diritti fondamentali delle persone non siano violati da leggi incostituzionali. Dovrebbe rifiutare di firmare questa legge e invece di sottoporla alla corte costituzionale per la revisione.

La commissaria europea alla parità, Helena Dalli, dovrebbe denunciare con forza l’attacco dell’Ungheria contro la non discriminazione, un diritto fondamentale sancito dai trattati dell’ EU.

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